Gli orti urbani sono spazi verdi, spesso situati in periferia e ricavati da aree in precedenza degradate, che sempre più Comuni stanno dando in gestione temporanea ai cittadini, dando loro la possibilità di coltivare prodotti sani e di qualità da consumare a casa propria. È una iniziativa che viene da lontano, da tempi antichi e che oggi sta trasformando le città in luoghi più verdi, offrendo al contempo ai cittadini anche vantaggi di tipo economico. Come si fa a richiederne uno per coltivarlo e ricavarne prodotti? Un numero crescente di Comuni italiani hanno deciso di dare temporaneamente in concessione spazi verdi inutilizzati ai cittadini che, pagando un prezzo simbolico, possono dedicare il loro tempo a far crescere frutta, verdura ed erbe aromatiche (oltre ai fiori) da consumare a casa propria, con la sicurezza della provenienza dei prodotti.
Vediamo ora come si è sviluppato oggi, come si fa a richiederne uno e quali sono i vantaggi legati a questo tipo di iniziativa.Normalmente gli orti urbani vengono concessi in gestione ai cittadini per un periodo limitato tramite un bando pubblicato periodicamente dai rispettivi Comuni, al quale si può accedere se si hanno determinati requisiti, anche se la priorità viene data alle categorie più deboli, come i disabili, i disoccupati o le persone a basso reddito. Esiste poi un'altra tipologia di orto urbano: si tratta dei cosiddetti giardini condivisi, che però vengono affidati non a un singolo bensì a delle associazioni. Breve storia degli orti urbani. Gli orti urbani non nascono ai giorni nostri ma molto prima di quanto si possa pensare. Dopo le prime esperienze in Germania e Francia nel corso del XIX secolo, in Italia l'idea di orto sociale si afferma nel corso della Seconda Guerra Mondiale, con la creazione degli orti di guerra che, per questioni di necessità, sorgevano praticamente in ogni spazio verde pubblico, dai giardini alle aiuole, al fine di coltivare soprattutto verdure e legumi che sfamassero la popolazione.Terminato questo periodo, l'orto urbano fu rimesso in soffitta per ricomparire poi verso gli anni '70, anche se è soltanto in tempi più recenti che questa iniziativa si è veramente diffusa. In particolare, qualche anno fa una
ha rilevato come gli orti urbani in Italia fossero addirittura triplicati tra il 2011 e il 2013, un po' per effetto della crisi economica, ma soprattutto per l'attenzione sempre maggiore che le persone avevano iniziato a riservare alla qualità e alla provenienza del cibo. Gli orti urbani sono costruiti per vari motivi: innanzitutto, hanno un grande impatto ambientale poiché le piante catturano l'anidride carbonica prodotta dagli scarichi industriali e delle automobili. In particolare, possono essere rigeneranti per chi vuole riscoprire le primizie della natura, ma non può allontanarsi troppo dalla città: pensiamo ad esempio agli anziani o a persone con difficoltà motorie. La pratica dell'orto inizia spesso alle scuole elementari, dove da diversi anni i bambini sono coinvolti in laboratori per la creazione di piccole coltivazioni. Ma non è tutto, perché gli orti urbani possono giocare un ruolo importantissimo a livello sociale, favorendo una maggiore inclusione e aggregazione tra le persone , mettendo in contatto cittadini di generazioni e culture diverse tra loro. Si tratta quindi di occasioni per arricchirsi e per passare più tempo a contatto con il verde, che per molti può rappresentare una sorta di anti-stress naturale. Ultimo ma non meno importante è il vantaggio economico che un orto urbano dà a chi lo coltiva: un appezzamento di 10-20 metri quadri, infatti, può essere sufficiente a sfamare una persona per circa un anno, con un notevole risparmio che si unisce alla possibilità di mangiare prodotti ottenuti senza l'uso di pesticidi.